domenica 15 luglio 2007




Al teatro di Ostia Antica è di scena Plauto con la "Mostellaria"


Cosmophonies - Teatro Romano di Ostia AnticaVia dei Romagnoli n. 717 (Roma) Botteghino tel. 0656350468 - Info line: 3332003429


http://www.cosmophonies.com/

“Mostellaria” - Adattamento e regia di V. Zingaro
Interpreti: V. M. Battista, U. Cardinali, R. Militano, R. Graziosi, F. Passerini, F. Fegarotti, F. Milani
Venerdi 13 Luglio 2007 - Ore 21.30

Venerdì 13 Luglio il Festival Internazionale Cosmophonies al Teatro Romano di Ostia Antica vedrà in scena un capolavoro della commedia classica: “Mostellaria” di T. Maccio Plauto con l’adattamento e la regia di Vincenzo Zingaro. Dopo lo straordinario successo ottenuto con le rappresentazioni de “Le Nuvole” e “La Pace” di Aristofane, de “Il Soldato Spaccone” e “Rudens” di Plauto , la Compagnia Castalia ripropone una delle commedie più divertenti del commediografo latino, in cui è possibile riscontrare tutti gli elementi che hanno determinato la fortuna di questo autore nei secoli. L’allestimento di Vincenzo Zingaro offre allo spettatore l’occasione di immergersi nel divertente e meraviglioso “gioco” della Commedia Classica Antica, permettendogli di assaporare gli echi di tutta la tradizione teatrale italica. Lo spettacolo, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e inserito dal Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza” nell’ambito del progetto internazionale “Il Teatro Classico Oggi”, coniuga cultura e divertimento ed è adatto a un pubblico di qualsiasi età.

La trama:
Un servo allontana con una scusa l'anziano padrone dalla sua casa, per proteggere il figlio di questi. Tra i personaggi popolari e colorati, maschere viventi capaci di valicare i tempi, spicca sicuramente l’emblematico personaggio di Tranio, il servo astuto, inventore di mille trovate esilaranti che, con le sue furbesche invenzioni, provoca una sequenza di situazioni comiche che si dipana in avvincenti intrecci drammaturgici. Gli fanno da contrappunto le intramontabili “maschere” del giovane innamorato e del senex (il vecchio), in un gioco di equivoci, doppi sensi, ripetizioni e rovesciamenti. Ed è proprio il “rovesciamento” alla base del teatro di Plauto: giovani e servi, rispettivamente sottomessi alla potestà dei padri e dei padroni nella vita sociale, sulla scena prendono il sopravvento, ribaltando ruoli e rompendo schemi.

(Sara Miele)