mercoledì 25 luglio 2007


Pino Quartullo in scena con “Timone d’Atene” al Teatro Romano di Ostia Antica

Cosmophonies - Teatro Romano di Ostia Antica
Via dei Romagnoli n. 717
Inizio spettacoli dalle 21,30
Botteghino teatro tel. 0656350468 - Infoline: 3332003429
Per gli altri spettacoli in programma:


Dopo il grande successo al Festival Shakespeariano di Verona, approda il 26 luglio sul magico palco del Teatro Romano di Ostia Antica, “Timone d’Atene” con Pino Quartullo per la regia di Jurij Ferrini.
Il testo, raramente rappresentato sulle scene italiane, narra la vicenda di un uomo ricco, Timone, che crede nell'amicizia come valore universale che travalica il senso di proprietà per far posto al senso di condivisione. E' una storia incredibilmente attuale, poetica e a tratti cinicamente divertente che, in stile brechtiano, indaga nelle complesse scelte relazionali e ideali del protagonista, messo a dura prova dalle contraddittorie vicende della vita pubblica di un’Atene senza tempo.“E’ difficile per noi del 2007 comprendere un uomo che antepone all'utile, l'amore.- racconta il regista - Ci è più facile accusarlo di comprarsi il bene degli altri con la prodigalità. Ma quando le cose cambiano e la Dea Fortuna fa precipitare tutto, gli amici accampano scuse inverosimili, molto divertenti se ascoltate con cinismo, e lo lasciano solo nella povertà più cupa.” Questa storia è un'opera meravigliosa che scava nei nostri sogni infranti, che parla di generosità e ingratitudine, della arida logica del profitto e degli spietati paradossi del mercato, di furbizia politica e voltafaccia improvvisi che lasciano profondamente solo un uomo nella sua caverna di angoscia. Il crollo del mondo di Timone è un insegnamento su come l’avidità degli uomini possa imbarbarire i cuori e farci sentire soli fino a lasciarci in preda all’angoscia e poi a perdere il senno.
Pino Quartullo si rivela l’interprete ideale di questa piéce, un uomo che vuole scavare e trovare quello che non va. Non sta a noi migliorare il mondo, a noi si addice anche solo sottolineare quello che abbiamo sotto gli occhi e nessuno sembra vedere.

(Sara Miele)