sabato 7 novembre 2009

“UNA REALE FINZIONE” Opera prima di Silvana Iaccarino

Il mistero dei rapporti umani, il gioco fra casualità e destino, l’ambiguo rapporto tra realtà e finzione: sono questi i temi toccati con garbo e capacità espressiva dal romanzo “Una reale finzione”, opera prima di Silvana Iaccarino, una giovane autrice nata a Napoli ma che da anni vive e lavora a Roma. Il romanzo, pubblicato da L’Autore Libri di Firenze, ha un sottotitolo esplicativo: “L’amore vince sul dolore”.
Ambientato in una cittadina dell’alta provincia laziale, ha come protagonisti due giovani, Tony e Vittoria: lui è attratto da lei, ma lei non sembra volerne sapere, almeno all’inizio. Finché la necessità di scoraggiare un corteggiatore troppo assiduo della ragazza, li convince a mettere in scena il loro “fidanzamento”.
E’ l’inizio di un percorso umano e sentimentale ricco di sorprese e retroscena…
“Ho iniziato a scrivere per il semplice piacere di farlo – ci dice Silvana Iaccarino - e confesso che è stato più facile di quanto immaginassi. Come sempre accade in questi casi, almeno credo, la storia è venuta fuori di getto, una storia di pura fantasia… elaborata decine di volte nella mia mente ma che doveva trarre spunti dalla realtà, dalla vita quotidiana… dalle gioie e dai dolori che ognuno di noi ogni giorno vive e prova”.
La città d’ambientazione non è mai citata in modo esplicito, ma dal romanzo emerge molto chiaramente l’attaccamento della protagonista, Vittoria, a questo luogo: “forse perché lo conosce attraverso gli occhi della nonna – spiega l’autrice - come si presentava settant’anni prima… e questo è il primo dei messaggi che vorrei condividere con i lettori: il recupero dei nonni. I giovani, a cui principalmente è rivolto questo romanzo, solitamente sono in conflitto con le generazioni precedenti, ma possono riconquistare questo rapporto acquisendolo come un valore”.
“Una reale finzione” parla di giovani, appunto, mettendone in evidenza la profonda fragilità emotiva e, al tempo stesso, la voglia di riscatto, l’ansia di felicità. “Tony e Vittoria infatti, - continua l’autrice - pur appartenenti ad ambienti diversi, trovano nel dolore e nella sofferenza che hanno vissuto da bambini ciò che riesce ad accomunare ed unire le loro anime. Seppur la storia è tutta focalizzata a partire dal loro primo incontro, la loro infanzia è sempre presente nei loro racconti. Lui rimane orfano a sette anni, lei invece cresce stando a stretto contatto con la depressione che ha colpito la madre. Lo zio paterno e la moglie diventeranno la famiglia che accoglierà Tony mentre l’unico punto fermo nella vita di Vittoria sarà rappresentato dalla nonna… e questo è un altro dei messaggi presenti nel libro che vorrei condividere con i lettori: il riscatto della famiglia. Anch’essa intesa come valore, e non solo la famiglia d’origine ma come nucleo di appartenenza, fatta quindi di genitori, ma anche di zii, parenti e ovviamente di nonni”.
Dal dolore all’amore, dunque, dalla sofferenza alla speranza: “sì, è la speranza il messaggio principale, in cui tutti dobbiamo confidare… i due personaggi principali alla fine saranno uniti proprio da questo… dalla speranza”.

Gianni Maritati

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