mercoledì 14 ottobre 2009

GRAZIA DELEDDA “ROMANA”





















Il nome di Grazia Deledda, legato di solito ai suoi grandi romanzi di ambientazione sarda, viene riproposto dall’editore Avagliano con un racconto lungo - straordinario ma poco noto – dal titolo La danza della collana (a cura di Gianni Maritati, pp.160, 12 euro). Risale al 1924 e, pur privo di riferimenti geografici precisi, risulta con ragionevole certezza ambientato a Roma, dove la scrittrice si trasferì dopo il matrimonio, agli inizi del Novecento, rimanendovi fino alla morte, avvenuta nel 1936. Il racconto s’impone all’attenzione del lettore di oggi con il suo suggestivo indagare nelle zone oscure del mistero e della follia nonché della “noia” e dell’“impossibilità a vivere”: sembra portare avanti – assieme ad altri libri dello stesso periodo, come Il segreto dell’uomo solitario e Il paese del vento – una possibile, felicissima linea decadente-simbolista all’interno dell’opera di Grazia Deledda, Premio Nobel per la letteratura nel 1926. L’indecifrabile “collana di giorni” che è la vita, con i suoi enigmi e le sue bizzarre vicende, si colora in queste pagine della grande scrittrice sarda di inquietanti fremiti liberty e dannunziani, trasportando il lettore in stregate atmosfere sospese tra sogno e realtà. Oltre ad una prefazione critica, il curatore, giornalista del Tg1 e autore di numerosi saggi su cinema e letteratura, propone a conclusione del racconto un originale e a tratti sorprendente “excursus” attraverso film e fiction che hanno attinto ispirazione dall’opera deleddiana.


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